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Questo monologo fresco e dirompente nasce da una profonda riflessione sulla "necessità dell'incontro" e si apre con vivacità al mondo. Celestina è matura e infantile al tempo stesso, saggia ed entusiasta, vissuta e straripante di vita. Ci fa divertire e commuovere, si fa amare e ci proietta all'interno del suo personale triplice legame figlia-madre-figlia con una verve travolgente. È un'opera sui rapporti e sulle relazioni: tra ricerca e semplicità, tra individuo e istituzioni, tra natura e cultura. è un inno all'amore nell'accettazione delle differenze, nell'accoglienza di un "essere se stessi" che supera tutte le tentazioni di omologazione a qualcosa che non ci appartiene. Celestina appassionata e sincera racconta le stranezze del suo vivere, tende una mano affettuosa agli spettatori, per portarli nelle profondità di un animo femminile che non rinuncia ai propri "atti di conoscenza" e non cede alla compiacenza, ma riscopre l'amore per se stessa proprio muovendosi verso l'altro.